martedì 28 giugno 2016

Floating Piers, l'installazione di Christo sul lago di Iseo

Seguivo i progressi di questa installazione da mesi, mi aveva colpita fin dalle prime dichiarazioni dell'artista il fatto che l'avesse progettata molti anni fa insieme alla moglie e la caparbietà nel portare a termine il progetto, soprattutto in un luogo dalle dimensioni raccolte come il lago di Iseo.

Abbiamo visitato i Floating Piers Domenica scorsa, secondo giorno di apertura al pubblico, dalle prime ore del mattino.
Non è stato semplice arrivare all'installazione, ma ne è valsa la pena, lo spettacolo e l'esperienza di percorrerla sono unici davvero. 

Tanto si è detto e scritto su questo evento, il mio sarà un racconto soprattutto per immagini.


Siamo arrivati a Monte Isola col traghetto, bagnati a tratti da un pioggerellina che ha reso più lieve l'attesa, e lo spettacolo cui abbiamo assistito subito è stato questo: la bellezza dei luoghi e l'affollamento sui ponti, il loro colore intenso e radioso a contrasto con quello del cielo.



L'artista dice che le condizioni meteo incerte sono le migliori per sperimentare i riflessi del tessuto giallo zafferano che drappeggia, simulando le onde del lago, le passerelle, quindi possiamo dirci fortunati.

Abbiamo potuto vederle con il lago mosso, questo ha causato la chiusura di un tratto intorno all'isola privata al centro del lago ma ci ha permesso di sperimentare una camminata sulle acque più movimentata...



Il percorso sembrava interminabile, ma noi non avevamo fretta.


 Attraversa anche le piccole località intorno al lago collegate dalle passerelle


l'effetto nei vicoli più stretti è suggestivo



Passeggiare sui Floating Piers è un'esperienza curiosa, si ha nettamente la percezione di camminare su una superficie flottante e a piedi nudi la sensazione è amplificata (e preserva l'installazione, peccato non tutti abbiano seguito le indicazioni). Non si percepiscono i moduli con cui è costruita, che garantiscono di seguire il movimento dei flutti, e quando il lago si increspa si ha la stessa instabilità di quando si viaggia con un piccolo natante al largo - la memoria è corsa alle traversate verso le isole malgasce con imbarcazioni dall'aspetto poco rassicurante, o ai pionieristici viaggi in traghetto col mare in tempesta verso le isole greche ormai 20 anni fa... - , o si va su una di quelle giostre che mettono alla prova l'equilibrio, per questo le passerelle vengono chiuse quando si raggiunge il "livello rosso".


La superficie al tatto sembra asciutta anche dove non lo è, rugosa, luminosa, è decisamente diversa da quello che ci si aspetta, diverte e incuriosisce.



Alcune informazioni pratiche

Non avevamo prenotato nulla, non essendo certi di poter andare fino all'ultimo.
Ci eravamo solo documentati e avevamo scelto un'orario *intelligente* (prima dell'alba nei piani originari), anche se poi siamo partiti un po' più tardi causa imprevisto.
Non è andata male: prima delle 8 eravamo già in coda per prendere il traghetto a Iseo.
Dopo un'ora e mezza d'auto, con traffico scorrevole, siamo riusciti a lasciare la macchina nei parcheggi più vicini, scartata da subito l'idea di parcheggiare più lontano e prendere la navetta (ore e ore di coda, e bus spesso fermi per lunghi periodi),  abbiamo comodamente raggiunto a piedi l'imbarcadero. L'ideale sarebbe stato avere il traghetto prenotato, ma con grande pazienza siamo riusciti a salire circa 2 ore e mezza dopo il nostro arrivo: il 30% dei posti sono per chi non ha prenotazioni.

L'attesa della partenza dei traghetti è stata dovuta anche al fatto che le passerelle erano state chiuse nella notte causa maltempo, il primo è ripartito proprio alle 8 ed è rimasto a lungo l'unico mezzo per raggiungere il sito. I treni invece sono stati bloccati a lungo e poi soppresse le fermate critiche. Non potevamo prevedere la saturazione di utenza cui abbiamo assistito (consiglio salva nervi: evitare assolutamente di scendere dalla passaerella a (o tentare di salirci da)  Sulzana, dove c'è la maggior ressa e certezza di code per ore), il nostro programma ha subito imprevisti e ritardi, ma tutto sommato abbiamo visto e fatto tutto quello che desideravamo.

Per chi volesse avventurarsi in questa impresa consiglio di documentarsi benissimo e prenotare sia il parcheggio che il traghetto, se fosse ancora possibile, e mettere in conto di vivere l'esperienza in modo zen ;-) percorrere le passerelle richiede tempo, arrivarci infinita pazienza...

Chi supera gli ostacoli potrà godersi la vista

    
 

Anche dopo tante ore non volevamo più venire via, specialmente eSSe.
Mi piace osservare come i bambini vivano qualsiasi esperienza, specialmente come si avvicinino all'arte contemporanea. Anche questa volta ho percepito meraviglia e gioia nell'approccio di mia figlia, è stato il suo entusiasmo (e la sua tempra) a tenerci là fino a tardi.



Siamo tornati al tramonto, uno dei più belli da giorni, distrutti ma appagati, con un quadratino di tessuto giallo in borsa come souvenir e la sensazione di essere ancora sull'acqua, come quando si scende da una barca.

Un ottimo inizio d'estate!

venerdì 17 giugno 2016

Amo ballare...





Mi piace ballare, mi sento leggera!
La testa vola via dal mondo reale...

Giovani ballerine crescono, i loro pensieri - costruzioni logiche intorno al flusso delle emozioni - ne danno prova.

Osservo, ascolto, catturo sguardi complici. Scopro di lei, di loro, tante cose.

La passione le spinge ad allenarsi ad ogni occasione - più di quelle che avrei immaginato - e poi avere i piedini doloranti la sera.

La danza le porta a vivere emozioni grandi e complesse: incanta, commuove, stravolge - persino così piccoli -, mette alla prova, spinge a misurarsi con i propri limiti e a migliorarsi. E poi da gioia, quella che fa brillare gli occhi.

Se chiedo a eSSe cosa la diverte quando balla, mi risponde:

- ...chassè, passo passo, gran jeté!  

La risposta mi ha stupita, poi me la sono fatta mostrare e ho capito.

Questa sequenza si esegue in diagonale e si conclude con uno dei salti più famosi, una spaccata in aria, una vera conquista per chi studia classico e vuole sperimentare la sensazione di staccarsi dal suolo.
 
Ieri, a una persona che non la vedeva da alcuni mesi e le domandava spiritosamente se fosse una bambina o una ragazzina, ha risposto decisa che lei è una bambina! Così è, e io ne sono felice.

Vive l'immediatezza dell'esperienza, la lega a sensazioni piacevoli.

Percepisce la fatica, vive la tensione delle vigilie, anche se non sempre la inquadra e non sempre è in grado di contenerla, ma per lei la danza è una modalità di espressione che, utilizzando il corpo e defininendo un suo occupare uno spazio, la rende felice e leggera.

L'insegnante ci aveva predetto che questo sarebbe stato l'anno in cui le avremmo viste più emozionate e consapevoli durante lo spettacolo conclusivo. 

Non sono mancati gli imprevisti, eppure ho visto che il sorriso non ha quasi mai abbandonato il suo viso e quando è uscita era contenta e soddisfatta.

Osservo meravigliata e incuriosita queste metamorfosi, mia figlia ha voglia di volare, non ho dubbi.

Bimbe e ballerine crescono.






(per chi fosse curioso di vedere un gran jeté....)

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