venerdì 5 agosto 2011

Libri: via il pannolino! con intervista

Per l'odierno Venerdì del libro

ho chiesto a Elena del Pra di presentarci il suo libro:

Via il pannolino, Leone Verde
Una guida per togliere il pannolino, senza forzature e conflitti, tenendo presente che non esistono ricette precosituite, ma molto dipende dal temperamento del bambino e dalla reale disponibilità del genitore.

Conosco Elena virtualmente da tempo perchè abbiamo frequentato gli stessi ambienti virtuali per un po' (mailing list sull'infanzia, ecc.), quando ho saputo del suo libro le ho chiesto se accettasse di parlarne qui e si è mostrata molto disponibile, l'intervista è diventata una lunga chiaccherata e un'occasione per parlare di sensibilità e modi di porsi rispetto all'infanzia, spero lo troverete interessante.


Buona lettura!




Cì: Ciao Elena, vuoi introdurci di persona il tuo libro? di cosa parla e a chi si rivolge?

E: Si rivolge a tutti i genitori di bimbi da zero a sei anni circa, l’età della prima infanzia, fatta di tappe fondamentali che costruiranno l’identità, la fiducia in sè e l’autoefficacia di nostro figlio. Anni essenziali che vanno vissuti dalla parte dei genitori con la consapevolezza e con la gioia di crescere dei bimbi sereni.
Parla di una delle tappe fondamentali nella crescita: togliere il pannolino. Un tema trattato, soprattutto qui in Italia, molto spesso troppo poco seriamente, quasi si trattasse di un argomento di serie B, da discutere ai giardinetti: decisamente di secondaria importanza per dedicargli tutto un volume, a detta di molti.

Cì: Come mai hai pensato di scrivere un libro su questo tema?

E: Ho pensato di scrivere un libro proprio sul vasino, perchè, quando mi sono trovata ad essere mamma, ho cercato e letto i libri che parlavano di questo argomento e non ne sono rimasta del tutto soddisfatta. O meglio: magari erano ben scritti e davano delle ottime idee che mi sono servite poi anche per la mia pubblicazione, come “Senza pannolino” di Laurie Boucke o “La vita senza pannolini” di Monrocher-Zaffarano, ma a volte li trovavo troppo distanti da una realtà di mamma, o papà, che lavorano, che hanno a cuore i loro figli e sono inseriti in un circuito sociale che non permette di fare agevolmente scelte “alternative” come lasciare il bimbo dalla nascita “senza pannolini”.
Le altre pubblicazioni esistenti sul mercato invece, o avevano un approccio troppo da “manuale americano”, oppure erano troppo ansiogeni (“Come sopravvivere all’ora del vasino” - comprereste un libro con questo titolo terrificante?), oppure ancora riflettevano un punto di vista troppo medico e troppo poco educativo (come il libro sul vasino del pediatra Brazelton che inserisce nella normale routine del vasino la ginnastica vescicale, già difficile da praticare per un adulto).
Ultimo ma non ultimo: vedo intorno a me troppi bimbi grandi con pannolino, troppi bimbi che già avvertono che stanno facendo cacca o pipì e vengono ancora cambiati sul fasciatoio con questi contenitori di plastica che sono i pannolini usa e getta. Oltre al danno ecologico di un bambino “iperpannolinato” che grava sul bilancio ambientale, abbiamo anche un bambino poco ascoltato, lasciato nell’umidità del suo pannolino, per pigrizia o perchè qualcuno consiglia di non toglierlo assolutamente, neanche per una pipì, prima dei 18-24 o anche 36 mesi.

Cì: Qual è la tua esperienza personale al riguardo, se ti va di parlarne?

E: La mia prima bimba era senza pannolino di giorno a 20 mesi, ma questo lo dico raramente, perchè poi scatterebbe una sorta di gara a chi fa prima. Il percorso verso il controllo degli sfinteri è invece per definizione del tutto personale, lento e graduale: ci sono bambini che ci arrivano prima, altri dopo e questo non riflette minimamente il loro sviluppo cognitivo o la capacità di riuscire bene a scuola, per esempio. La notte invece era un po’ pigra e lo abbiamo tolto prima dei 4 anni. Con lei avevo provato l’approccio senza pannolino (Elimination Communication) dai 5 mesi, ma poi avevo rinunciato poichè non ero solo io ad occuparmi di lei, c’erano i nonni, c’era il nido, insomma un contesto sociale occidentale, con relazioni di cura che rendevano l’applicazione dell’approccio senza pannolino una scelta, per me personalmente, poco perseguibile. Con la seconda bimba, che ora ha 4 mesi, penso che farò lo stesso, gradualmente, senza punizioni e vergogna, rispettando i suoi tempi, ma incoraggiandola ad aprire le sue porte verso l’autonomia anche attraverso questo semplice ma importantissimo gesto come stare sul vasino. La sua prima pipì nel water, comunque, è stata all’età di un mese: è davvero commovente vedere queste piccole fontanelle!

Cì: Grazie per aver condiviso questa testimonianza così personale.
Hai davvero ragione quando dici che il controllo degli sfinteri è del tutto personale, lo penso anche io e posso testimoniarlo nei fatti.
La mia esperienza è praticamente complementare a quella con la tua primogenita: la mia aveva il pannolino asciutto dall’età di un anno, ogni notte, e questo mi ha confortato a tentare presto con lo spannolinamento qualche mese dopo quando sono arrivati altri segnali, iniziando quindi dalla notte, anche se poi ci sono voluti mesi a concludere il processo, nel rispetto dei tempi della piccola. Anche io avevo provato l’EC a un certo punto (mi era molto piaciuto “Senza pannolino”, anche se l’ho letto tardi e condivido le tue riflessioni su quell ibro, e sono amica della mamma di evassist.it quindi avevo molti input confortanti che mi attraevano verso quella direzione), ma anche per noi non è andata. Sono io che non me la sono sentita: ormai avevo indirettamente suggerito a mia figlia che il luogo per fare pipì era il pannolino, mi sembrava scorretto “cambiare rotta” dopo alcuni mesi oltre a questioni pratiche che complicavano le cose, avevo la sensazione che forse ormai fosse tardi... In alternativa ho creato una famliarità col vasino credo abbastanza precocemente: da che camminava, poco dopo l’anno, insieme si andava in bagno al mattino, lei si sedeva sul vasino, e mi faceva compagnia. La mia più radicata convinzione in tema educativo è che l’esempio sia lo strumento principe per condividere e far diventare naturale per il bambino qualcosa, dal dire grazie, all’andare in bagno. :-)

Ho letto delle bellissime recensioni, tutte sottolineano che non proponi "formule magiche" o "metodi", che a mio parere sono sempre di difficile applicazione sugli esseri umani (sento proprio stonato il concetto di "metodo" abbinato a degli individui, ad essere sincera), ma parti dall'assunto che ogni bambino è un mondo a se', ogni "spannolinamento" diverso... riconosci lo spirito del tuo libro in questi commenti?

E: Beh certo, per dirla con il titolo di un libro bellissimo di Giuliana Mieli, “Il bambino non è un elettrodomestico”, o per meglio dire non è uno spremiagrumi di cui non abbiamo le istruzioni come suggerirebbe Eduard Estivill nel suo tristemente famoso manuale “Fate la nanna”. No, ci mancherebbe, il bambino non ha bisogno di un manuale di istruzioni, ogni bambino è unico, così come è unica la nostra relazione con lui, che va curata e resa importante dalla nostra stessa storia insieme.

Cì: La penso come te!

C’è qualche indicazione pratica da suggerire ai genitori per capire quando è il momento giusto per educare al vasino il proprio bambino? A me avevano indicato come “segnali di maturazione” da monitorare il camminare, fare le scale, mangiare bene da soli con il cucchiaino.... Leggende o verità?

E: Salire e scendere i gradini, mangiare bene da soli col cucchiaio, stare seduti, ascoltare attentamente una storia, sapere il significato di asciutto e bagnato, provare interesse per il vasino, spogliarsi e rivestirsi da solo, rimanere asciutto per due ore o più... sono tutti segnali di prontezza che possono dare delle indicazioni, ma lasciano il tempo che trovano, poiché non ci diranno mai abbastanza sulle capacità del nostro bambino. Potrebbe infatti essere in grado di abbassarsi i pantaloncini, ma non provare interesse per il racconto di una storia.... che fare allora? Rimandare tutto a quando sarà davvero in grado di fare tutte queste cose? In realtà no, ogni bambino è diverso e l’educazione al vasino può iniziare anche prima che sappia stare asciutto per più di due ore o essere in grado di salire e scendere una scala. Certo in questa fase possiamo farlo familiarizzare con il vasino senza aspettarci grossi risultati. Possiamo proporgli il vasino appena sveglio, oppure dopo i pasti o prima della nanna e del riposino. Instaurare una routine del vasino non nuocerà al bambino se verrà vissuta con serenità e naturalezza: si mangia, si dorme e ogni tanto si visita il vasino. Poi, quando raggiungerà la maturità fisica, emotiva e cognitiva per stare asciutto, sarà pronto per togliere definitivamente il pannolino.

Cì: Quanto dura in media l’educazione al vasino?
Te lo chiedo perchè io ad un certo punto ero perplessa e mi son domandata se avessi forse iniziato troppo presto (anche se parecchi cambi di dimora hanno turbato questo processo): son passati mesi da che ha smesso di bagnare il pannolino di notte a quando ha fatto pipì e popò sempre nel vasino. Le aspettative di un genitore contano e condizionano tantissimo, per primo l'adulto per mia esperienza, quindi è importante partire con informazioni corrette.

E: La durata dell’educazione al vasino varia come al solito da bambino a bambino, ci sono molti fattori che la influenzano. Innanzitutto dipende da quando si inizia, perchè non è che prima si inizia e prima si finisce. Il bambino sarà in grado di stare senza pannolino quando avrà raggiunto la maturità dal punto di vista fisico, cognitivo e psicologico, non prima. Ogni genitore conosce meglio di chiunque altro il proprio bambino e se ha il sospetto di avere compiuto una forzatura anticipando i tempi, bisognerebbe capirne le motivazioni. Certo nel tuo caso se ci sono stati grossi cambiamenti come dei traslochi, questi hanno certamente influenzato il percorso, magari ritardandolo un po’. Però se tutto viene vissuto serenamente, senza punizioni e vergogna, a mio avviso non è mai troppo presto per proporre il vasino al bambino. L’importante è non insistere e caricarlo di troppe (nostre) aspettative.

Cì: Condivido tutto quello che hai scritto (e no, non l'abbiamo forzata e abbiamo cercato sempre di essere sereni e attenti).

In linea di massima sono scettica circa l’uso dei cosidetti “rinforzi positivi” (p.e. lodi e complimenti usati per orientare il comportamento del bambino), nel caso dell’educazione al vasino servono, o al contrario creano *ansia da prestazione*?
Quando dovevo decidere come comportarmi in tal senso sono arrivata alla conclusione che sottolineare con manierismo come consigliano alcuni noti manuali (“dite bravo al vostro bambino ogni volta che vi chiede di andare in bagno e ogni volta che fa la pipì”) non fa altro che soddisfare un bisogno nostro, di genitori, come dire bravi a noi stessi per aver applicato bene il metodo, e condiziona pericolosamente il piccolo. Credo molto nella teoria di J. Juul che di fondo un bambino naturalmente assecondi il genitore quasi in ogni sua richiesta per l’estremo amore che prova per noi (cfr “Il bambino è competente”). Rischiamo di inscenare un fine ricatto morale senza rendercene conto se usiamo i rinforzi positivi in modo enfatizzato e meccanico, quasi gli suggerisssimo che lo ameremo di più perchè fa pipì come, quando e dove vogliamo noi e invece diversamente gli vorremo meno bene. Personalmente vedo il rischio di “dotare il bambino”, creare cioè in lui l’idea che il suo comportamento condizioni il nostro amore per lui (se vi interessa approfodire questo tema vi consiglio la lettura di “Il dramma del bambino dotato. Riscrittura e continuazione.” di Alice Miller).
Mi piace di più l’approccio suggerito dalla Comunicazione Nonviolenta di condividere la nostra gioia in modo spontaneo per questi successi, che diventano comuni, alla fine ho scelto quella strada e non l’ho sentita come una forzatura perchè ero sinceramente contenta dei suoi progressi e quando mi veniva spontaneo lo manifestavo.
Che ne pensi?

E: Sono completamente d’accordo con te: al bambino durante l’educazione al vasino non vanno fatti troppi complimenti, il percorso è per definzione lento e graduale e rappresenta una tappa fondamentale della sua crescita. La gratificazione più grande è data dalla stessa soddisfazione del bambino per avercela fatta: è un suo risultato “personale” rimanere asciutto, dipende totalmente da lui e una volta che avrà imparato potrà stare senza l’ingombro del pannolino e andare in bagno come i grandi... Non ha bisogno dei genitori che fanno la ola alla prima pipì nel vasino. E se scappa poi l’incidente? Si sentirà mortificato più del dovuto. L’educazione al vasino è un processo fisiologico che non necessita di grosse gratificazioni esterne. (ndr: vi segnalo anche questo articolo di Elena)


Cì: Cosa vorresti dire alle mamme che ci leggono per concludere questa nostra chiaccherata?

E: Direi di non cedere alla facile tentazione di arrabbiarsi quando il bambino, nei suoi primi tentativi di indipendenza, farà la pipì per terra. Alcune mamme credono, in buona fede, che a volte essere severi possa essere utile nell’educazione dei piccoli. Possiamo porre dei limiti, ma arrabbiarsi non va mai bene. Se in altri contesti perdere la pazienza può capitare, è umano, e si può in qualche modo ritornare ad un equilibrio parlando e dialogando con il bambino, nell’educazione al vasino, momento di passaggio delicato e intimo, invece rischiamo di innescare dei meccanismi fatti di timori, vergogna e ansia che possono sfociare nei frequentissimi episodi di costipazione o rifiuto del vasino e intaccare così il senso di autoefficacia del nostro bambino.

Cì: Condivido tutto quello che hai scritto: è importante mostrare i nostri sentimenti, tutti, anche quelli negativi, ma ci sono casi in cui non è giusto farlo, e questo è uno. Mi addolora pensare ai casi in cui un piccolo viene sgridato perchè una pipì scappa sul pavimento, senza rendersi conto di quanto possa fare male e sia ingiusto (e chi ha insegnato a questi bimbi a fare pipì nel pannolino? Noi, ci ho pensato sempre quando sono capitati piccoli “incidenti”) ed è bene si sappia che oltre che ingiusto può avere conseguenze sul bambino. Sono sicura che alcuni non hanno gli strumenti e le informazioni giuste per questo hanno delle aspettative non realistiche e a volte scappano delle sgridate evitabili.

Il motivo per cui reputo importante che il tuo libro abbia visibilità è che ho capito dalle prime anteprime e presentazioni che hai fatto che avresti sottolineato questi concetti. Non l’ho letto - salvo la generosissima anteprima disponibile on line - ma sono certa che sia un libro dalla parte dei bambini, con molti spunti e suggerimenti per i genitori. Nelle tue parole riconosco un approccio all’insegna del rispetto del bambino e della centralità del suo essere individuo unico che per me è molto importante sia testimoniato dal maggior numero di voci possibili.

Grazie per questa lunga chiaccherata.

Se vi interessa questo tema questo libro vi potrà dare molti spunti. Se desiderate un confronto su questi temi potete seguire il sito di Elena del Prà , la pagina di FB di “Via il pannolino” , o la rubrica su “Il bambino naturale".


Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui potrete trovare quelli di Homemademamma, che ha avuto questa meravigliosa idea, insieme alle istruzioni per partecipare all'iniziativa.

Se Paola fosse ancora in vacanza, chiedo agli altri partecipanti per favore di autosegnalarsi con un commento.

Arriverdeci al prossimo venerdì! 

Altri parteciapnti questa settimana:
Unconventional Mom
Libri ed Emozioni
Mamma Cludia e le avventure di Topastro
Kemate 

4 commenti:

  1. Io mi sono un tantino arrabbiata quando la mia bimba ha fatto la pipì sul tappeto di una mia amica che si era sposata da pochi mesi ed aveva una casa nuova di zecca, tappeto compreso. Forse ho esagerato nella reazione visto che eravamo appena arrivati a casa sua ed ho subito riportato la bambina a casa (perdendomi una serata in compagnia dei miei amici) ma me ne rendo conto solo ora!

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  2. Ciao Stefania,
    grazie per questa testimonianza.
    Sicuramente deve essere stato molto molto imbarazzante per te, e lo posso capire: sono quelle situazioni in cui uno vorrebbe scomparire. Però altrettanto per la bimba, anzi molto di più! Ne avete poi riparlato?

    Sono contenta se dalla lettura di questa intervista hai potuto ripensarci e fare le riflessioni che hai scritto.

    Non so se sia un episodio recente ma ci sono piccoli trucchi come fare sempre pipì prima di andare da qualcuno o alla peggio mettere dei training pant per quella sera. Se è capitato forse non aveva il controllo ancora, oppure l'emozione le ha giocato un bruttto colpo: (((piccolina!)))

    So che è difficile in certi casi, ma il doveroso ascolto della rabbia che in certi momenti ci esce da dentro non dovrebbe tradursi in una deflagrazione che ricade sui nostri bimbi.
    Io ho trovato molto conforto e molti strumenti per avere reazioni più eque e corrette leggendo i libri sulla Comunicazione Nonviolenta.

    Per esempio ho imparato che se reagisco male (in modo incoerente a ciò che penso giusto per un genitore responsabile) riesco a chiedere scusa spiegando come mi sono sentita e ribadendo che
    voglio molto bene. A quel punto, ma solo dopo, entra anche la richiesta di evitare il comportamento che mi ha fatta arrabbiare.
    Funziona. Qui però credo proprio sia stato un incidente da "emozione" (magari i tuoi amici guardavano tutti lei?)

    Per inciso son sicura che gli amici - se sono tali davvero - ci sono rimasti male non per il danno (che immagino ti sarai offerta di rimediare), ma per la sgridata e per il fatto che siate andati via: a volte ci facciamo veramente troppi problemi!
    ciao

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  3. Ciao sono la mamma di un bimbo di 11 mesi, mi piacerebbe capire come toglierli il pannolino perché penso che sia un supplizio per lui sentirsi bagnato e con questo caldo!!!!!
    Al mare ho provato a tenerlo senza ma non riuscivo mai a capire quando la stava per fare.
    La cacca qualche volta sono riuscita a fargliela fare nel vaso ma anche per quella adesso me ne accorgo troppo tardi! Forse dovrei metterlo spesso sul vasino ma ci sono talmente tante cose da fare che certe purtroppo vengono messe in secondo piano. Ho provato anche i pannolini lavabili ma non tengono per niente la pipi.
    Non ho mai letto nessun libro in proposito ma provvederò sperando che mi sia utile.

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  4. ciao Belinda, benvenuta
    Penso che un libro possa aiutarti, spunti servono sempre per capire meglio.
    Prova anche a chiedere consiglio sulle pagine dove se ne discute che ho linkato nell'articolo.
    ciao

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